martedì 28 ottobre 2008

“Qui più si va avanti si sta sempre peggio”

Non sono più i tempi della lotta giovanile per un mondo migliore, non esistono più maestri di vita che donavano, a noi ragazzi, punti di riferimento sulla quale costruire una vita vera. Scomparsa è anche la reale essenza scolastica, sostituita da un becero ufficio nella quale gli uomini e donne del domani vengono sottoposti ad una sorta di “religione del materialismo”, concentrata all’annichilimento, sconosciuta nelle più grandi società civili del passato.
Infatti fu proprio Giovanni Gentile, ideologista di natura, a formare generazioni di studenti consapevoli, con la sua riforma invidiataci da tutto il mondo per la sua dedizione meritocratica, che premiava chi se lo meritava indipendentemente dal reddito familiare. Ed è proprio per questo che se Gentile vedesse ciò che è successo alla sua scuola, si rivolterebbe nella bara.

Ma io vorrei portare avanti un discorso più incentrato su uno dei più grandi problemi che affliggono la scuola, lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti all’interno e nelle vicinanze degli istituti scolastici. E’ bene far notare come si è abbassata l’età media nella quale i ragazzi fanno uso per la prima volta di sostanze illecite, siamo passati da ragazzi di 15 anni che fumavano la prima, così detta, “canna”, a veri e propri BAMBINI di 12 anni che fanno regolarmente uso di sostanze, quali hashish e marijuana. Non sto di certo scrivendo per capire il perché di questa esponenziale diminuzione della media d’età, mi voglio chiedere solamente cosa fa la scuola per fermare tutto ciò. Purtroppo il lavoro ed una vita frenetica, a volte, costringono i genitori ad affidare i figli a terzi che si devono occupare del loro sviluppo, uno sviluppo non tanto fisico ma più che altro mentale e caratteriale. Uno sviluppo che si deve basare su punti forti e su regole infrangibili che ogni genitore o “tutore” deve imporre al bambino o ragazzo, in base all’età. Voi vi chiederete: “Cosa centra in tutto ciò la scuola?”. Mi sembra ovvio che il principale sostituto dei genitori sia la scuola.
Una scuola che tollera sempre di più determinati atteggiamenti nei confronti della droga, una scuola che non punisce chi consuma sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto, una scuola che, bonariamente, parecchie volte tende a chiudere un occhio nei confronti dello spaccio. Chiedete a chiunque frequenti un istituto superiore se c’è circolo di droga all’interno della scuola. Tutti vi risponderanno di sì.
E poi, chiedete ai professori, o addirittura al dirigente scolastico se è a conoscenza di questi fatti. Vi risponderà sicuramente in modo affermativo, ma vi dirà anche che i professori e il personale ATA (bidelli e inservienti) non sono tenuti ad eseguire determinati controlli. E allora chi lo deve fare? Dovremo ingaggiare delle guardie per controllare l’uso di sostanze stupefacenti o lo spaccio di queste ultime per assicurarci la sicurezza dei nostri figli? Quante volte, ragazzi, rischiano di rimanere temporaneamente intossicati a causa di fumi provenienti da ambienti chiusi all’interno degli istituti quali bagni, classi o laboratori?
Vi sembra giusto? Le persone che scelgono in modo ottimale la strada da percorrere rimangono arretrati in una situazione di svantaggio, mentre coloro che errano consapevolmente vengono trattati come martiri e magari gli viene condonato il tutto anche con la consapevolezza che l’errore verrà ripetuto. E poi gli intellettualoidi si riempiono la bocca con la parola “meritocrazia”, quando poi non riescono nemmeno a far rispettare una regola infrangibile e basilare per una civile convivenza. Ma non finisce qui.
Molte volte lo spaccio di droga viene effettuato anche al di fuori dell’edificio, in questi casi i responsabili della sicurezza degli studenti dovrebbero avvisare le forze competenti, ma la maggior parte delle volte vengono bloccati e tutto viene cancellato con un colpo di spugna. Per fortuna invece, saltuariamente, qualche professore ancora cosciente cerca di cacciare lo spacciatore in questione, prendendo a volte anche delle discrete botte.

Questa è la nostra scuola, una scuola tollerante, una scuola invasa dal buonismo, una scuola che accetta tutto. Lo specchio della nostra società.

Ecco perché Lotta Studentesca si oppone radicalmente all’assunzione e alla liberalizzazione di ogni tipo di droga, anche quelle definite ingiustamente leggere, ritenendo le droghe uno strumento di annichilimento giovanile.


Andrea Marchetti

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