mercoledì 29 ottobre 2008
Comunicato
Lotta Studentesca Genova aderisce allo sciopero del 30 ottobre: "A noi interessa che il corteo di giovedì sia di tutti e non assuma connotati ideologici; per questo saremo a fianco di tutti quegli studenti che, qualunque sia il loro colore politico, abbiano realmente a cuore le sorti della nostra università pubblica."
martedì 28 ottobre 2008
“Qui più si va avanti si sta sempre peggio”
Non sono più i tempi della lotta giovanile per un mondo migliore, non esistono più maestri di vita che donavano, a noi ragazzi, punti di riferimento sulla quale costruire una vita vera. Scomparsa è anche la reale essenza scolastica, sostituita da un becero ufficio nella quale gli uomini e donne del domani vengono sottoposti ad una sorta di “religione del materialismo”, concentrata all’annichilimento, sconosciuta nelle più grandi società civili del passato.
Infatti fu proprio Giovanni Gentile, ideologista di natura, a formare generazioni di studenti consapevoli, con la sua riforma invidiataci da tutto il mondo per la sua dedizione meritocratica, che premiava chi se lo meritava indipendentemente dal reddito familiare. Ed è proprio per questo che se Gentile vedesse ciò che è successo alla sua scuola, si rivolterebbe nella bara.
Ma io vorrei portare avanti un discorso più incentrato su uno dei più grandi problemi che affliggono la scuola, lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti all’interno e nelle vicinanze degli istituti scolastici. E’ bene far notare come si è abbassata l’età media nella quale i ragazzi fanno uso per la prima volta di sostanze illecite, siamo passati da ragazzi di 15 anni che fumavano la prima, così detta, “canna”, a veri e propri BAMBINI di 12 anni che fanno regolarmente uso di sostanze, quali hashish e marijuana. Non sto di certo scrivendo per capire il perché di questa esponenziale diminuzione della media d’età, mi voglio chiedere solamente cosa fa la scuola per fermare tutto ciò. Purtroppo il lavoro ed una vita frenetica, a volte, costringono i genitori ad affidare i figli a terzi che si devono occupare del loro sviluppo, uno sviluppo non tanto fisico ma più che altro mentale e caratteriale. Uno sviluppo che si deve basare su punti forti e su regole infrangibili che ogni genitore o “tutore” deve imporre al bambino o ragazzo, in base all’età. Voi vi chiederete: “Cosa centra in tutto ciò la scuola?”. Mi sembra ovvio che il principale sostituto dei genitori sia la scuola.
Una scuola che tollera sempre di più determinati atteggiamenti nei confronti della droga, una scuola che non punisce chi consuma sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto, una scuola che, bonariamente, parecchie volte tende a chiudere un occhio nei confronti dello spaccio. Chiedete a chiunque frequenti un istituto superiore se c’è circolo di droga all’interno della scuola. Tutti vi risponderanno di sì.
E poi, chiedete ai professori, o addirittura al dirigente scolastico se è a conoscenza di questi fatti. Vi risponderà sicuramente in modo affermativo, ma vi dirà anche che i professori e il personale ATA (bidelli e inservienti) non sono tenuti ad eseguire determinati controlli. E allora chi lo deve fare? Dovremo ingaggiare delle guardie per controllare l’uso di sostanze stupefacenti o lo spaccio di queste ultime per assicurarci la sicurezza dei nostri figli? Quante volte, ragazzi, rischiano di rimanere temporaneamente intossicati a causa di fumi provenienti da ambienti chiusi all’interno degli istituti quali bagni, classi o laboratori?
Vi sembra giusto? Le persone che scelgono in modo ottimale la strada da percorrere rimangono arretrati in una situazione di svantaggio, mentre coloro che errano consapevolmente vengono trattati come martiri e magari gli viene condonato il tutto anche con la consapevolezza che l’errore verrà ripetuto. E poi gli intellettualoidi si riempiono la bocca con la parola “meritocrazia”, quando poi non riescono nemmeno a far rispettare una regola infrangibile e basilare per una civile convivenza. Ma non finisce qui.
Molte volte lo spaccio di droga viene effettuato anche al di fuori dell’edificio, in questi casi i responsabili della sicurezza degli studenti dovrebbero avvisare le forze competenti, ma la maggior parte delle volte vengono bloccati e tutto viene cancellato con un colpo di spugna. Per fortuna invece, saltuariamente, qualche professore ancora cosciente cerca di cacciare lo spacciatore in questione, prendendo a volte anche delle discrete botte.
Questa è la nostra scuola, una scuola tollerante, una scuola invasa dal buonismo, una scuola che accetta tutto. Lo specchio della nostra società.
Ecco perché Lotta Studentesca si oppone radicalmente all’assunzione e alla liberalizzazione di ogni tipo di droga, anche quelle definite ingiustamente leggere, ritenendo le droghe uno strumento di annichilimento giovanile.
Andrea Marchetti
Infatti fu proprio Giovanni Gentile, ideologista di natura, a formare generazioni di studenti consapevoli, con la sua riforma invidiataci da tutto il mondo per la sua dedizione meritocratica, che premiava chi se lo meritava indipendentemente dal reddito familiare. Ed è proprio per questo che se Gentile vedesse ciò che è successo alla sua scuola, si rivolterebbe nella bara.
Ma io vorrei portare avanti un discorso più incentrato su uno dei più grandi problemi che affliggono la scuola, lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti all’interno e nelle vicinanze degli istituti scolastici. E’ bene far notare come si è abbassata l’età media nella quale i ragazzi fanno uso per la prima volta di sostanze illecite, siamo passati da ragazzi di 15 anni che fumavano la prima, così detta, “canna”, a veri e propri BAMBINI di 12 anni che fanno regolarmente uso di sostanze, quali hashish e marijuana. Non sto di certo scrivendo per capire il perché di questa esponenziale diminuzione della media d’età, mi voglio chiedere solamente cosa fa la scuola per fermare tutto ciò. Purtroppo il lavoro ed una vita frenetica, a volte, costringono i genitori ad affidare i figli a terzi che si devono occupare del loro sviluppo, uno sviluppo non tanto fisico ma più che altro mentale e caratteriale. Uno sviluppo che si deve basare su punti forti e su regole infrangibili che ogni genitore o “tutore” deve imporre al bambino o ragazzo, in base all’età. Voi vi chiederete: “Cosa centra in tutto ciò la scuola?”. Mi sembra ovvio che il principale sostituto dei genitori sia la scuola.
Una scuola che tollera sempre di più determinati atteggiamenti nei confronti della droga, una scuola che non punisce chi consuma sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto, una scuola che, bonariamente, parecchie volte tende a chiudere un occhio nei confronti dello spaccio. Chiedete a chiunque frequenti un istituto superiore se c’è circolo di droga all’interno della scuola. Tutti vi risponderanno di sì.
E poi, chiedete ai professori, o addirittura al dirigente scolastico se è a conoscenza di questi fatti. Vi risponderà sicuramente in modo affermativo, ma vi dirà anche che i professori e il personale ATA (bidelli e inservienti) non sono tenuti ad eseguire determinati controlli. E allora chi lo deve fare? Dovremo ingaggiare delle guardie per controllare l’uso di sostanze stupefacenti o lo spaccio di queste ultime per assicurarci la sicurezza dei nostri figli? Quante volte, ragazzi, rischiano di rimanere temporaneamente intossicati a causa di fumi provenienti da ambienti chiusi all’interno degli istituti quali bagni, classi o laboratori?
Vi sembra giusto? Le persone che scelgono in modo ottimale la strada da percorrere rimangono arretrati in una situazione di svantaggio, mentre coloro che errano consapevolmente vengono trattati come martiri e magari gli viene condonato il tutto anche con la consapevolezza che l’errore verrà ripetuto. E poi gli intellettualoidi si riempiono la bocca con la parola “meritocrazia”, quando poi non riescono nemmeno a far rispettare una regola infrangibile e basilare per una civile convivenza. Ma non finisce qui.
Molte volte lo spaccio di droga viene effettuato anche al di fuori dell’edificio, in questi casi i responsabili della sicurezza degli studenti dovrebbero avvisare le forze competenti, ma la maggior parte delle volte vengono bloccati e tutto viene cancellato con un colpo di spugna. Per fortuna invece, saltuariamente, qualche professore ancora cosciente cerca di cacciare lo spacciatore in questione, prendendo a volte anche delle discrete botte.
Questa è la nostra scuola, una scuola tollerante, una scuola invasa dal buonismo, una scuola che accetta tutto. Lo specchio della nostra società.
Ecco perché Lotta Studentesca si oppone radicalmente all’assunzione e alla liberalizzazione di ogni tipo di droga, anche quelle definite ingiustamente leggere, ritenendo le droghe uno strumento di annichilimento giovanile.
Andrea Marchetti
lunedì 27 ottobre 2008
IL TOTALITARISMO DEL CONSUMO
Quando sentiamo parlare di totalitarismo ci vengono subito in mente le ideologie che hanno segnato la storia del Novecento. Ma pensando bene al sistema in cui siamo costretti a vivere non siamo lontani dalla realtà se arriviamo a definirlo totalitario. Si tratta di un totalitarismo più subdolo ed insidioso rispetto a quelli tradizionali: è il totalitarismo delle multinazionali e del mercato o ancora meglio il totalitarismo del consumo.
Vuoi leggere un giornale per informarti su come gira il mondo? Devi per forza sorbirti decine di pubblicità che ti dicono come vestirti cosa mangiare, come vivere; vuoi vederti tranquillo un film in tv? Anche qui non puoi scappare dal loro assedio mediatico. Decidi allora di farti una passeggiata, ma non pensare di scampare al loro controllo delle menti! Cartelloni pubblicitari con super modelle o “uomini” palestrati e rigorosamente depilati si impongono come propri e veri modelli di vita. Perché la pubblicità non solo ti dice di comprare l’ultimo cellulare con fotocamera o la bellissima cintura di Dolce e Gabbana o ancora il nuovo rossetto che renderà le tue labbra più belle e carnose, ma ti forgia la personalità rendendoti schiavo di bisogni che non avresti mai avuto.
La rivoluzione allora parte proprio dal tuo banco di scuola; una scuola che deve cambiare completamente i connotati per assolvere il suo compito, quello di forgiare uomini e donne che sappiano riconoscere di che cosa abbiano realmente bisogno; una scuola che formi il carattere ed educhi il corpo; una scuola che educhi al servizio, al disinteresse e ravvivi il senso di appartenenza comunitario.
Per farlo è necessaria la riscoperta di quella cultura europea che affonda le sue radici nella civiltà greco-romana, che raggiunge il proprio culmine con l’avvento della Cristianità e che ha donato al mondo veri modelli ai quali ispirarci (Santi ed Eroi, non veline e checche da grande fratello).
Per essere veramente liberi dalla dittatura del consumo inoltre è necessaria la ricostruzione di un certo ordine interiore che nasce anche dalla disciplina del corpo. Per questo Lotta Studentesca chiede un aumento delle ore di Educazione Fisica che deve assumere un ruolo centrale nella formazione scolastica.
Il mercato ci vuole deboli per farci schiavi del consumo e facili da manovrare, ma non ha fatto i conti con i giovani che hanno ancora voglia di ribellarsi, ragazzi di buon sangue che non si fanno abbindolare da spot pubblicitari o dal reality show di turno. E per fortuna in molte città d’Italia si stanno radunando intorno a Lotta Studentesca, compatti per lanciare un offensiva culturale a un mondo che non ha più nulla da dare se non un televisore ultima generazione o un gel tenuta extra forte.
domenica 26 ottobre 2008
COSA PROPONE LOTTA STUDENTESCA
- Cancellazione di tutti i provvedimenti che prevedono la trasformazione di scuole e università in fondazioni di diritto privato, dell'autonomia scolastica e universitaria, di ogni forma di regionalizzazione e di differente stanziamento di finanziamenti, annullamento di qualsiasi stanziamento statale agli istituti privati: la scuola deve essere pubblica, statale ed unitaria.
- Piano di edilizia scolastica per la totale revisione degli edifici scolastici, di cui oggi almeno la metà non ottempera ai requisiti minimi di sicurezza. Lotta Studentesca pretende dalle istituzioni nuovi investimenti nel settore edilizio per permettere l'utilizzo agli studenti di spazi dediti ad attività sportive e culturali, dotati di piani di sicurezza adeguati e rispettosi dei canoni di agibilità, ordine e pulizia odiernamente trascurati.
- Limite massimo di 20 alunni per aula, per favorire l'apprendimento degli studenti e le capacità didattiche degli insegnanti.
- Numero paritario di studenti, docenti e personale non docente nel Consiglio d'Istituto. La scuola è di tutti e prima di tutto degli studenti, la loro voce deve avere un valore maggiore.
- Aumento salariale uguale per tutti i lavoratori della scuola. La scuola italiana è quella che peggio tratta i suoi dipendenti, e non a caso il livello di istruzione e cultura media sta scemando.
- No agli stage ed al tirocinio gratuiti, che sono il baluardo dello sfruttamento del lavoro.
- Applicazione del turn-over: per ogni insegnante che va in pensione deve essere assunto un giovane docente.
- Abolizione del precariato scolastico e della flessibilità
- Piano di edilizia scolastica per la totale revisione degli edifici scolastici, di cui oggi almeno la metà non ottempera ai requisiti minimi di sicurezza. Lotta Studentesca pretende dalle istituzioni nuovi investimenti nel settore edilizio per permettere l'utilizzo agli studenti di spazi dediti ad attività sportive e culturali, dotati di piani di sicurezza adeguati e rispettosi dei canoni di agibilità, ordine e pulizia odiernamente trascurati.
- Limite massimo di 20 alunni per aula, per favorire l'apprendimento degli studenti e le capacità didattiche degli insegnanti.
- Numero paritario di studenti, docenti e personale non docente nel Consiglio d'Istituto. La scuola è di tutti e prima di tutto degli studenti, la loro voce deve avere un valore maggiore.
- Aumento salariale uguale per tutti i lavoratori della scuola. La scuola italiana è quella che peggio tratta i suoi dipendenti, e non a caso il livello di istruzione e cultura media sta scemando.
- No agli stage ed al tirocinio gratuiti, che sono il baluardo dello sfruttamento del lavoro.
- Applicazione del turn-over: per ogni insegnante che va in pensione deve essere assunto un giovane docente.
- Abolizione del precariato scolastico e della flessibilità
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